ADIPOSITÀ LOCALIZZATE E CELLULITE
CARBOSSITERAPIA
Da "Metodologie correttive nella PEFS e nella AL" C. A. Bartoletti - Editrice Salus Internazionale 98 L. Parassoni, P. Lattarulo, F. Albergati, V. Varlaro, F.Guidi (Centro Internazionale Carbossiterapia MI).
Cos'è la Carbossiterapia
Per Carbossiterapia si intende l’impiego a scopo terapeutico dell’anidride carbonica somministrata allo stato gassoso sia per via sottocutanea sia per via per cutanea.Nozioni Generali
L’uso della CO2 allo stato gassoso affonda le sue radici negli anni 30,presso la stazione termale di Royat ( Clermont Ferrand), in Francia. Nel corso degli anni il numero di pazienti trattati in questa piccola ma efficiente stazione è aumentato progressivamente ( nel ’94 sono stati trattati 20.000 pazienti arteriopatici). Un numero così alto di pazienti è una implicita convalida non solo dell’efficacia terapeutica ma anche della sicurezza della metodica.
La Carbossiterapia in sintesi tratta le adiposità localizzate e i grassi in modo sicuro
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Effetti farmacologici e meccanismo d’azione della carbossiterapia
Gli effetti terapeutici della Carbossiterapia possono essere schematizzati in:
- vasodilatazione arteriolare di tipo attivo attraverso un’azione diretta della CO2 sul miocita vascolare e attraverso un meccanismo mediato simpaticolitico;
- neoangiogenesi;
- effetto lipolitico (potenziamento dell’effetto Bohr) e attivazione recettoriale della lipolisi.
Tossicità , effetti collaterali e controindicazioni della carbossiterapia
Non esiste alcuna tossicità. La CO2 è un normale metabolita cellulare e possiamo, a ragione, definirla un FARMACO NATURALE. Gli effetti collaterali sono una modesta dolorabilità locale, fugace, talvolta sensazione di arto pesante e lieve crepitio sottocutaneo; l’intensità di tali effetti collaterali è estremamente ridotta nei protocolli di terapia della PeFS.
Indicazioni
- MEDICINA ESTETICA (PEFS- Panniculopatia edematofibrosclerotica e AL-adiposità localizzata);
- ANGIOLOGIA (arteriopatie periferiche, Buerger, Raynaud, acrocianosi…)
- ORTOPEDIA (affezioni artroreumatiche croniche e flogistiche acute, periartriti, etc…);
Somministrazione in medicina estetica
La CO2 viene somministrata tramite iniezioni sottocutanee in sedi variabili e a dosi variabili; nella PEFS le iniezioni si effettuano alla radice degli arti e talora nelle sedi ove si accerta una piu’ accentuata stasi del microcircolo.
Esiste comunque una regola generale: si inserisce l’ago nelle sedi di cellulite.
Le sedi elettive sono: regione trocanterica,regione anterosuperiore e anteromediale della coscia, interno ginocchio, regione pretibiale e perimalleolare, si possono utilizzare aghi di piccolissima sezione (30 G) per minimizzare la traumaticita’ ed il fastidio al paziente. È estremamente rara la comparsa di ematomi.
Frequenza delle sedute
La quantita’ globale di anidride carbonica erogata per seduta va da 200 a 400 cc. per arto.
La frequenza monosettimanale e’ quella consigliata quando prevale un problema estetico e si intende affrontarlo anche con altre metodiche associate (es. Endermologie, presso terapia,linfodrenaggio etc). Farle precedere da una somministrazione di CO2 ne potenzia l’azione sia intervenendo su meccanismi complementari sia con meccanismi sinergici. Talvolta infatti le metodiche tradizionali non danno i risultati sperati in quanto vi e’ una notevole sofferenza del microcircolo. Un microcircolo funzionante e’ condizione essenziale affinche’una terapia lipolitica possa dare effetti clinici.
Conclusioni
Le indagini condotte hanno confermato concordemente che l’effetto farmacologico principale è rappresentato dalla vasodilatazione di tipo attivo del microcircolo. Tale effetto se da una parte giustifica l’efficacia terapeutica dimostrata nelle arteriopatie periferiche, dall’altra allarga le indicazioni anche a quelle patologie che riconoscono nell’alterazione morfofunzionale del microcircolo il loro primum movens. Tra esse occupa un posto privilegiato la PEFS (CELLULITE).
Se si considera che la PEFS non è altro che l’espressione dei fenomeni abiotrofici-degenerativi indotti nel tessuto sottocutaneo dalle alterazioni morfofunzionali del microcircolo, in cui l’elemento fondamentale è la stasi capillaro-venulare, il miglioramento del flusso indotto dalla carbossiterapia giustifica, razionalmente, l’utilizzo di questa anche in tale patologia.
Carbossiterapia nella PEFS
Risultati personali Dr.ssa Leda Moro AE.PHY.MED CENTRE
Nella mia Metodologia clinica relativa al trattamento delle adiposità localizzate (AL) e della PANNICULOPATIA EDEMATOFIBROSCLEROTICA – PEFS (cellulite), associo alla Carbossiterapia protocolli di trattamenti mirati: Endermologie, Linfodrenaggio, presso terapie etc..
La sinergia di tali metodiche fa si che i benefici di ciascuna possano affiancarsi, supportarsi e potenziarsi, realizzando un protocollo medico correttivo di significatività clinica elevata, con risultati visibili e gratificanti in breve tempo. Il protrarsi a lungo termine di tali risultati estetici, costituisce inoltre fattore determinante nella scelta di tali terapie combinate, rispetto a strategie meno mirate.
Considerando le varie distinzioni sulla “cellulite” (molle, edematosa, sclerotica) e l’eterogeneità delle adiposità localizzate, la risposta alla Carbossiterapia è comunque sempre notevole e immediata; levigazione della buccia d’arancia e diminuzione volumetrica delle adiposità localizzate.
L’indicazione di utilizzo della Carbossiterapia soggiace ovviamente allo screening antropoplicometrico iniziale, che identifica i caratteri “clinici” del danno locale (se ad esempio l’adiposità localizzata è di tipo ipertrofico o iperplastico, se c’è una concomitante disfunzione circolatoria o una stasi linfatica e così via).